Il blog dello studio Gehl racconta come la sua esperienza a Copenaghen abbia svilito i suoi spostamenti quotidiani a San Francisco. Come possiamo diventare come Copenaghen? Non possiamo.
Sono stato nella capitale danese nel 2001, per vivere in prima persona una realtà che, per anni, nel progettare la viabilità, in generale gli spazi urbani, ha considerato possibile spostarsi in molti modi, a piedi, in bici, con i mezzi pubblici,in moto ed auto.
Varese, come molte città in Italia, è cresciuta (male) per essere percorsa in auto. Autobus, a piedi, in bici sono scelte non contemplate. Lo capisci dagli interventi sporadici ai marciapiedi, dai percorsi dei mezzi pubblici, dai parcheggi di interscambio, dalla inaccessibilità delle stazioni.
Ma l'auto è una scelta valida?
Da tutte le direzioni, negli orari di punta, Varese è assalita da pendolari in auto. I dati sui flussi di traffico nel tempo, vecchi, ma disponibili sul sito della (ex) Provincia, si riferiscono numero di mezzi/ora.
Nell'esempio, preso a campione, il grafico raggiunge un picco fra le 7 e le 8, per poi calare fra le 8 e le 9, in cui arriva a 1700 veicoli l'ora.
Cosa significa?
7:00 si cominiciano a spostare tutti. Le strade si riempiono ma il traffico è fluido, 1600 auto/ora.
8:00 si accompagna a scuola i bimbi e ci si riversa sulle arterie per andare a lavoro, 1700 auto/ora.
8:00- 9:00 le auto sono in strada ma 1200 auto/ora percorrono la strada.
Perché il calo di flusso? Perché sono ferme. Sono sempre lì ma non muovendosi, non c'è flusso.
Se invece le flusso si fosse calcolata la velocità media degli spostamenti fra due punti su una arteria? Ad esempio: Fine Autostrada - Largo Flaiano, oppure Ponte sul Vedano - Viale Borri?
- in orari non di punta, nella migliore condizione posso ipotizzare il rispetto dei limiti: 50 km/h e 70 km/h.
- in orari di punta ipotizzo quella che, per anni, è stata la mia velocità media: 35 km/h, nei casi peggiori 10 km/h.
2 commenti:
Analisi interessante.
Purtroppo anche io condivido il tuo pensiero sull'impossibilità di una città a misura di ciclista&pedone perchè, come sottolinei, lo sviluppo del passato ha creato un'urbanizzazione a misura di automobile.
Solo con un cambio di rotta radicale sarà possibile variare lo stato di fatto, ma servirebbe anche un'amministrazione sensibile e coraggiosa pronta a raccogliere la sfida.
A me sembra che le città non siano cresciute nemmeno per le auto. Ci sono momenti in cui la rete collassa, altri in cui è costosamente sovradimensionata. Semplicemente non siamo ancora capaci di governarla.
La città, invecchia, si trasforma, viene abitata e disabitata, occupata ed abbandonata, progettata, realizzata ed inutilizzata. Dipende molto anche dal cittadino, chi vota, cosa chiede, cosa fa.
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